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Influencer creati dall’IA: non esistono, ma pretendono di essere vivi

Apr 29, 2024

Sempre più aree della nostra vita vengono “digitalizzate”. Il confine tra mondo reale e virtuale è sempre più sfumato, creando nuove sfide etiche ed epistemologiche. L’artificiale entra nella vita in maniera pervasiva e, per così dire, naturale. 

Ma non tutto ciò che viene creato nello spazio virtuale ha la sua autenticità. Anzi, la “realtà” creata dai social network potrebbe essere piena di illusioni, filtri, piccole e grandi bugie, presentando il nostro mondo esteticamente più piacevole, quasi senza difetti. Una tendenza recente sono gli influencer creati dall’intelligenza artificiale. Non esistono nemmeno nella realtà, ma si presentano come parte di questo mondo con le proprie storie, paure, desideri, guadagnando una folla di milioni di followers. In questo articolo parliamo di questo fenomeno.

Le radici dell’IA nel passato: una riflessione filosofica sul digitale

Tra realtà e simulazione nel villaggio globale di McLuhan

L’intelligenza artificiale ha trasformato radicalmente la nostra vita quotidiana, rendendo normale interagire con sistemi come GPT che forniscono informazioni istantanee.

Questo scenario era stato previsto sessant’anni fa da Marshall McLuhan, che parlava di un “villaggio globale” in cui le persone avrebbero potuto accedere a informazioni specifiche da qualsiasi luogo. Oggi, Internet ha reso questo concetto una realtà.

La distinzione tra realtà fisica e realtà costruita si fa sempre più sfumata, concetto evidenziato già negli anni ’80 da Jean Baudrillard.

Le sue teorie risuonano nell’epoca degli influencer generati dall’IA, che creano prototipi di autenticità senza confini. Baudrillard introduce i concetti di simulazioni e simulacri, evidenziando il ruolo che giocano nella società moderna.

Nell’interpretare il mondo, le persone raccolgono e elaborano informazioni da diverse fonti, ma sono sempre più esposte a segni artificiali che si confondono con la realtà. Questo crea una sfida costante nel distinguere ciò che è autentico da ciò che è artificiale. Nell’era postmoderna, i media diffusi creano molteplici interpretazioni della realtà, immergendo le persone in esperienze simulative.

Gli influencer sono esempi di simulacri, in quanto offrono solo una connessione parziale con la realtà, trasformando l’esperienza umana in una simulazione della realtà stessa.

Aitana Lopez

La prima AI influencer al mondo Aitana Lopez

Creata dall’agenzia di modelle The Clueless (Spagna, Barcellona)

Rubén Cruz, designer di Aitana Lopez e fondatore dell’agenzia The Clueless:

Abbiamo iniziato ad analizzare il nostro modo di lavorare e ci siamo resi conto che molti progetti venivano accantonati o cancellati a causa di problemi che sfuggivano al nostro controllo. Spesso era colpa dell’influencer o della modella e non di problemi di design“.

Illusione di dialogo tra due mondi

Influencer digitali create per superare problemi umani

The Clueless, un’agenzia di modelle di Barcellona, ha creato la prima AI influencer al mondo, Aitana Lopez, in risposta a problemi operativi. Rubén Cruz, il designer di Aitana Lopez, ha sottolineato la necessità di affrontare le sfide legate al fattore umano nell’industria della moda e del marketing influencer.

L’agenzia ha subito perdite finanziarie a causa delle cancellazioni dei progetti dovute a modelli reali. Per risolvere questo problema, hanno optato per creare un’avatar digitale che potesse svolgere i compiti di una modella tradizionale.

Aitana Lopez è stata modellata secondo le tendenze della società, rappresentando una giovane donna indipendente con una passione per il fitness e i videogiochi. Con oltre 120 mila follower su Instagram, guadagna oltre 10 mila dollari al mese dalla sua carriera di modella digitale.

Questo fenomeno non è unico, poiché altri paesi hanno anche i propri influencer virtuali. Ad esempio, in Italia c’è Francesca Giubell, una modella e food&travel blogger con quasi 10 mila follower su Instagram. La sua storia di vita è stata creata per arricchire la sua personalità e connettersi con il pubblico.

Capitale umano Vs robot “digitale”

Gli AI influencer e i rischi della standardizzazione estetica nella società digitale

Gli AI influencer incarnano il concetto di vita perfetta costruito dai social media, mostrando perfezione, successo, bellezza e ricchezza. Nonostante siano creati dall’intelligenza artificiale, riescono a suscitare forti emozioni nei loro seguaci, che inizialmente non credono alla loro natura artificiale.

Questi influencer digitali sono considerati “simulacri” da Baudrillard poiché rappresentano valori e sensazioni che sembrano più reali della realtà stessa, contribuendo a un’illusione di un mondo utopico controllabile ma inaccessibile.

Tuttavia, gli AI influencer presentano rischi sia a livello estetico che economico. Promuovono standard di bellezza irrealistici e oggettivano le donne, riflettendo gli ideali radicati nella società patriarcale e limitando la comprensione della bellezza.

Questi personaggi virtuali possono perpetuare standard di bellezza già esistenti anziché sfidarli, riaffermando l’idea di una perfezione estetica rigida e limitante. Ciò rappresenta un passo indietro nella comprensione della bellezza, contrastando con l’idea che la bellezza non abbia confini e non si adatti agli standard imposti dalla società patriarcale.

Conclusioni

Dall’altra parte, rivolgersi a modelli virtuali solleva un altro problema perché rappresenta una sfida per il mercato del lavoro. Risolvendo il problema del fattore umano, modelli e modelle reali rischierebbero di perdere il lavoro in futuro se agenzie come The Clueless preferissero evitare costi della natura umana sotto forma di scuse e capricci delle persone, favorendo un influencer virtuale coloro che sono privi di emozioni e autenticità.

Anastasiia Iufereva,

Dottoranda, IULM

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